Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri venne proiettato per la prima volta a Milano il 12 febbraio 1970. Due mesi prima una bomba era esplosa nella Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana provocando diciassette morti e ottantotto feriti, una tragedia mai completamente chiarita alla quale si aggiunse pochi giorni dopo quella di Giuseppe Pinelli, morto innocente nella questura di Milano. Fu inevitabile che la situazione contingente influenzasse la visione del film. 

 

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

In molti trovarono similitudini con i fatti di cronaca e ne trassero una lettura imprecisa.  Elio Petri spiegò di aver cominciato a lavorare alla sceneggiatura nel 1967, ben prima della strage e dell’autunno caldo. Il suo protagonista era un poliziotto, ma il film era un manifesto contro l’autoritarismo, non contro la polizia. È ormai celebre la reazione che ebbero Monicelli, Scola e Zavattini, i quali rivolgendosi a Pirro gli prospettarono, scherzando ma non troppo, le patrie galere. [1]L’avventurosa storia del cinema italiano raccontata dai suoi protagonisti: 1960- 1969, a cura di F. Faldini e G. Fofi, Feltrinelli, Milano 1981.

La testimonianza di Elio Petri

Al di sopra di ogni sospetto ci sono anch’io. Non ho sfruttato questo tragico autunno caldo per ispirarmi al film. Lo iniziai il 20 agosto dell’anno scorso e la sceneggiatura la scrissi due anni fa. Si può dire che kafkianamente sono stato perseguitato dalla realtà. A girare il film mi spinse anche il libro Corpo d’amore di Norman Brown, un poeta più che uno psicanalista americano, in cui tutti i motivi contestatari sono sublimati e ricollegati agli istinti antiautoritaristi che l’uomo ha sempre avuto in sé.  Il mio timore è che il film sia interpretato in chiave troppo politica, mentre invece si tratta di un discorso generale contro ogni forma di autoritarismo comunque si manifesti. Volonté avrebbe potuto essere un qualsiasi padre di famiglia vecchio modello, uno talmente preso dalla sua carica che non riesce a farsi accusare dal meccanismo di cui fa parte. Certamente avrei preferito aver girato questo film due anni fa quando lo pensai in modo che la realtà dei fatti non lo rendesse tanto attuale e potesse apparire un paradosso. Tutto quello che è successo nella realtà dei fatti interferisce al momento della lettura del film. [2]Adele Gallotti, Un film sull’autunno caldo esce dalla “fabbrica” di Petri, «Stampa Sera», 14 marzo 1970.

Elio Petri «al di là di ogni sospetto» 

Alcuni spettatori segnalarono il contenuto della pellicola, la polizia avviò un’indagine conoscitiva ma l’incriminazione per vilipendio non ebbe seguito. Nelle sue conclusioni il pubblico ministero Giovanni Caizzi scrisse: «È il sistema che pone chi ne fa parte al di là di ogni sospetto e di ogni punizione […] Il racconto abbonda di notazioni psicologiche d’ambiente ed offre spunti pungenti per un’analisi critica del costume burocratico; ciò non toglie che la misura della democrazia è quella di accettare e tollerare un atteggiamento critico e quindi di controllo dell’operato degli organi di potere». [3]Al di sopra di ogni sospetto, «La Stampa», 22 marzo 1970.

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Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto: «Un film al servizio della polizia» 

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto e Gian Maria Volonté ottennero larghi consensi di critica e di pubblico. Il successo fu tale, non ultimo il premio Oscar, che spinse alcuni ambienti di sinistra a definirlo un film al servizio della polizia. Non sarà l’ultima pellicola di Elio Petri a ricevere accuse bipartisan.

[Mirko Capozzoli, Gian Maria Volonté, Add editore, Torino, 2018].

References

References
1 L’avventurosa storia del cinema italiano raccontata dai suoi protagonisti: 1960- 1969, a cura di F. Faldini e G. Fofi, Feltrinelli, Milano 1981.
2 Adele Gallotti, Un film sull’autunno caldo esce dalla “fabbrica” di Petri, «Stampa Sera», 14 marzo 1970.
3 Al di sopra di ogni sospetto, «La Stampa», 22 marzo 1970.

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