Da Gustavo Modena a Gian Maria Volonté
C’è un filo rosso che lega Gian Maria Volonté a Gustavo Modena e alla tradizione più illustre del nostro teatro.
C’è un filo rosso che lega Gian Maria Volonté a Gustavo Modena e alla tradizione più illustre del nostro teatro.
Gian Maria Volonté nasce a Milano ma trascorre i primi vent’anni della sua vita a Torino.
Non è un caso dunque che la biografia “Gian Maria Volonté” sia nata in quella che è anche la mia città, passeggiando tra le strade che videro Volonté bambino, e poi giovane e inesperto attore. In questa pagina riporto in breve la sua vita, per quelli che vorranno approfondire rimando al mio libro edito da add editore nel 2018.
«Serio, riservato e con una forte interiorità; ma Gian Maria è stato anche un uomo vulnerabile, bisognoso di conferme», scrive Stefano Loparco nel libro L’ultimo sguardo. Vita e morte di Gian Maria Volonté in uscita in questi giorni di dicembre per le Edizioni Bietti con un’introduzione di Ilaria Floreano. Loparco dice molto senza avere la presunzione di raccontare tutto, scava nell’animo dell’attore e spinge il lettore a riflettere sull’ultimo tratto di strada percorso da Volonté. L’ultimo sguardo è un libro necessario, da leggere.
Martedì 6 dicembre 1994 alle 11:40 una cameriera trovò il corpo di Gian Maria Volonté riverso a terra nella sua camera d’albergo. Gian Maria era arrivato a Mostar a fine novembre nel 1994 per lavorare al film Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos. La città era dilaniata dalla guerra.
«Volonté è stato protagonista indiscusso di una stagione del nostro cinema singolarmente interessante, dialettica, combattuta, viva e questo volume ha lo scopo di celebrarlo». Inizia con queste parole il libro Gian Maria Volonté. L’immagine e la memoria a cura di Valeria Mannelli, uscito da poche settimane, rivisto e ampliato rispetto alle due edizioni precedenti, grazie al sostegno del Museo Nazionale del Cinema di Torino che conserva l’archivio personale dell’attore.
Umberto Orsini ricorda Gian Maria Volonté. I due attori s’incontrarono per la prima volta sul palcoscenico dell’Accademia d’Arte Drammatica di Roma.
Carla Gravina nasce a Gemona del Friuli il 5 agosto del 1941. Trascorre l’infanzia in Friuli, prima di trasferirsi a Roma all’età di dodici anni. Tre anni più tardi esordisce in Guendalina di Alberto Lattuada. Nello spazio di pochissimi anni diventa una delle attrici più promettenti del cinema italiano lavorando per Alessandro Blasetti, Mario Monicelli, Mario Soldati, Carlo Lizzani, Mario Camerini e Luigi Comencini. Il 5 luglio del 1960 debutta in teatro con Romeo e Giulietta di Franco Enriquez.
La classe operaia va in Paradiso di Elio Petri, scritto con Ugo Pirro, ebbe un percorso di preparazione impegnativo che coinvolse anche Gian Maria Volonté.
Le 4 giornate di Napoli, insieme a Un uomo da bruciare, segna una prima svolta nella carriera cinematografica di Gian Maria Volonté.
Armenia Balducci non è stata solo la seconda e ultima moglie di Gian Maria Volonté ma anche giovanissima attrice, sceneggiatrice e regista.