Il “Teatro Scelta” di Gian Maria Volonté

Nel gennaio 1964 Gian Maria Volonté costituì una compagnia di teatro militante con Carlo Cecchi, Claudio Meldolesi, Carla Gravina e altri amici, molti dei quali provenienti dall’Accademia. Insieme presero parte a una serie d’incontri nell’appartamento dell’intellettuale Franco Prattico e di sua moglie, la pittrice e coreografa Elvira De Luca. Prattico, all’epoca scrittore e cronista a «l’Unità», contribuì dal punto di vista ideologico e letterario collaborando alla stesura di un manifesto chiamato Teatro Scelta.

 

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Natale 1971: Gian Maria Volonté e «La tenda in piazza»

 

Nei primi anni Settanta Gian Maria Volonté fu testimone e protagonista delle lotte dei lavoratori, della politica romana e del sindacato attori, con mezzi e modalità differenti, dietro una cinepresa, uno striscione o su un palco.

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Edoardo Maltese, il primo maestro di Volonté

Nell’autunno del 1950 Gian Maria Volonté è appena tornato da Marsiglia quando comincia a frequentare a Torino lo Studio Drammatico Internazionale I Nomadi, una scuola di teatro fondata da Edoardo Maltese. Ha diciassette anni. Non è dato sapere quando matura la scelta di salire sul palcoscenico né se questa decisione sia influenzata da un’amicizia o altre ragioni, tuttavia sappiamo che la recitazione non era il primo dei suoi obiettivi.

La mia grande passione segreta era la scrittura, ed ero convinto che per scrivere delle storie dovessi averle vissute in prima persona. Pensavo di scrivere anche per il teatro e mi ero progettato un certo tempo per conoscerlo: prima come attore, poi come regista e infine come autore.[1]Lauretta Colonnelli, Bella carriera è stata tutta una fuga, «Europeo», 13 agosto 1983

Il primo maestro di Volonté

Edoardo Maltese
Edoardo Maltese all’inizio della carriera

Edoardo Maltese fu dunque il primo maestro di Gian Maria Volonté. Ma chi era quest’artista oggi del tutto dimenticato?

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References

References
1 Lauretta Colonnelli, Bella carriera è stata tutta una fuga, «Europeo», 13 agosto 1983

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Carla Gravina e Volonté, una storia d’amore

Carla Gravina

 

Quando Carla Gravina e Gian Maria Volonté s’incontrano a Verona per interpretare Romeo e Giulietta, la prima ha diciotto anni, il secondo ventisette. Il nome di Volonté era diventato noto al pubblico televisivo dopo il successo nell’Idiota con Albertazzi ma nel luglio del 1960 era Carla Gravina ad attirare su di sé tutte le attenzioni della stampa. Nonostante la giovane età aveva già lavorato in sette film.  Amore e chiacchiere di Alessandro Balsetti, I soliti ignoti di Mario Monicelli, Esterina di Carlo Lizzani, solo per citare i più noti. Inoltre tra il 1958 e il 1959 l’attrice era entrata nelle case degli italiani con lo sceneggiato Padre e figli e con il programma Il Musichiere in cui affiancava come valletta il presentatore Mario Riva.

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Gian Maria Volonté – rassegna stampa

Gian Maria Volonté il libro

 

STAMPA

Carlo Griseri, Gian Maria Volonté – un libro per raccontarlo, cinemaitaliano.info, 29 ottobre 2018

Fabio Canessa, Volonté e la sua passione per il mare della Maddalena, La Nuova Sardegna, 14 novembre 2018.

Massimo Castellani, Volonté. L’eretico del ’68, Avvenire, 15 novembre 2018.

Gian Luca Favetto, Il caso Volonté, Il Venerdì, 16 novembre 2018.

FilmTv, 4 novembre 2018

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Sulle tracce di Carlo Levi-Volonté

A spasso per Aliano con il cane Barone

La casa di Carlo Levi

Io e la mia famiglia abbiamo trascorso una giornata ad Aliano nel maggio del 2017 sulle tracce di  Carlo Levi-Volonté. Al nostro arrivo ci sembrò che in paese non ci fosse nessuno all’infuori dei pochi turisti e di alcuni anziani seduti ai tavolini del bar. C’era silenzio, ed era quello che speravamo di trovare. Ero reduce dal traffico di Napoli, da neopatentato avevo sfidato il caos del lungomare e ne ero uscito vittorioso salvando la preziosa vernice dell’auto a noleggio.
Volevo scovare i luoghi cari al pittore e scrittore torinese. Tuttavia i miei riferimenti visivi non erano le pagine del libro ma il film di Francesco Rosi. Va ricordato che il regista allestì il set anche a Craco, un paese abbandonato, e Guardia Perticara, dove all’epoca delle riprese gli edifici storici erano ancora intatti e dunque più adatti agli esterni.  (altro…)

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L’intervista: Lydia Alfonsi ricorda Volonté

Lydia Alfonsi

 

Lydia Alfonsi è stata tra le prime persone che ho avuto il piacere d’intervistare per il libro Gian Maria Volonté. Un’attrice tra le più moderne della sua generazione. Dopo gli esordi teatrali il grande pubblico la scopre negli anni Sessanta attraverso alcuni sceneggiati di successo. In seguito il suo nome resterà legato ai classici interpretati in palcoscenico: Elettra, Fedra e Medea. Lydia è sorpresa dalla mia telefonata, stupita che qualcuno s’interessi ancora a lei. È l’attrice che più ha lavorato con Gian Maria Volonté, hanno condiviso il set di ben tre sceneggiati e quattro film.

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Metti, una sera a cena con Volonté

 

Cinquant’anni fa andava in scena il grande rifiuto

Ottobre del 1968. Finite le vacanze in Sardegna, Gian Maria Volonté avrebbe dovuto cominciare le riprese di Metti, una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi. Tuttavia dopo una notte insonne restituì l’anticipo di due milioni e mezzo e rinunciò al film. La produzione bloccò le riprese e lo citò in giudizio per inadempienza contrattuale. A molti giornali non sembrò vero di poter mettere sulla graticola il compagno Volonté.

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Volonté al Museo Nazionale del Cinema

Museo Nazionale del Cinema
Non tutti sanno che Gian Maria Volonté visse fino ai diciott’anni a Torino, e torinese si considerava. In questa stessa città mosse i primi passi d’attore sul palcoscenico del dopolavoro ferroviario di via Sacchi, qui nacque suo fratello Claudio e qui il 27 febbraio 1961 morì suo padre Mario. In tempi recenti questo legame è stato riallacciato grazie al Museo Nazionale del Cinema di Torino.

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