A fine autunno del 1964 Gian Maria Volonté tornò a condurre da regista il Teatro Scelta per rappresentare Il Vicario riadattato dall’amico Carlo Cecchi. L’editore Giangiacomo Feltrinelli, che aveva pubblicato l’opera in Italia, acconsentì alla trasposizione, consapevole che l’evento avrebbe fatto scalpore.
Com’è morto Gian Maria Volonté? Martedì 6 dicembre 1994 alle 11:40 una cameriera trovò il corpo di Volonté riverso a terra nella sua camera d’albergo. Gian Maria era arrivato a Mostar a fine novembre nel 1994 per lavorare al film Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos. La città era dilaniata dalla guerra.
Un uomo da bruciare, film d’esordio di Paolo e Vittorio Taviani, e Valentino Orsini, fu proiettato la prima volta nell’agosto del 1962 alla 23ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nella sezione informativa raccolse il favore della critica e ricevette una menzione della giuria per l’opera prima.
Il teatro di Gian Maria Volonté è un argomento poco dibattutto dalla critica. Nel volume Gian Maria Volonté pubblicato da Add editore si trova la più completa e dettagliata teatrografia di questo straordinario interprete, un punto di partenza per quanti volessero indagare la prima parte del suo percorso artistico.
Gian Maria Volonté scoprì la passione per la barca a vela nell’estate del 1968. Non tutti sanno infatti che oltre che un grandissimo attore fu anche un abile velista. Nella sua barca più amata Gian Maria fece incidere un verso di Paul Valéry: «Le vent se lève… il faut tenter de vivre».
Gian Maria Volonté era reduce dal trionfo al botteghino di Per un pugno di dollariquando nell’estate del 1965 ricevette un’offerta insolita. Mario Cecchi Gori lo voleva al fianco di Vittorio Gassman nella commedia L’armata Brancaleone. Dopo aver letto la sceneggiatura, scritta in un italiano maccheronico da Mario Monicelli insieme ad Age e Scarpelli, il produttore si era immaginato il film come un western in cui la presenza di Volonté avrebbe potuto attrarre spettatori.
Incontro Gianfranco De Bosio nella sua casa di Milano. Ha 95 anni, è stato regista per il teatro, il cinema e la Tv, sceneggiatore e docente alla Scuola del Piccolo di Milano, una persona che non si ha difficoltà a chiamare maestro. Nel 1963 volle Gian Maria Volonté come protagonista del suo primo film. Il terrorista racconta una pagina personale di De Bosio, quella del Cln veneto e del comandante Otello Pighin, medaglia d’oro al valore militare della Resistenza. A distanza di oltre mezzo secolo Gianfranco De Bosio ha dell’attore un ricordo nitido.
Gian Maria Volonté presentò domanda d’iscrizione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica di Roma il 25 settembre 1954: «Il Sottoscritto Gian Maria Volonté di Mario e di Bianchi Carolina nato a Milano il 9 aprile 1933 e abitante a Roma in via della Vite 99 (presso Lippi), inoltra domanda di ammissione al fine di poter partecipare agli esami in concorso in facoltà di allievo attore. Intendo inoltre concorrere all’assegnazione della Borsa di studio. […]».[1]Gian Maria Volonté, Domanda ammissione esami, 25 settembre 1954, Centro Studi Casa Macchia – Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri venne proiettato per la prima volta a Milano il 12 febbraio 1970. Due mesi prima una bomba era esplosa nella Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana provocando diciassette morti e ottantotto feriti, una tragedia mai completamente chiarita alla quale si aggiunse pochi giorni dopo quella di Giuseppe Pinelli, morto innocente nella questura di Milano. Fu inevitabile che la situazione contingente influenzasse la visione del film.