Cristo si è fermato a Eboli
Io e la mia famiglia abbiamo trascorso una giornata ad Aliano nel maggio del 2017 sulle tracce di Cristo si è fermato a Eboli. Al nostro arrivo ci sembrò che in paese non ci fosse nessuno all’infuori dei pochi turisti e di alcuni anziani seduti ai tavolini del bar. C’era silenzio, ed era quello che speravamo di trovare. Ero reduce dal traffico di Napoli, da neopatentato avevo sfidato il caos del lungomare e ne ero uscito vittorioso salvando la preziosa vernice dell’auto a noleggio.
L’intervista: Lydia Alfonsi ricorda Volonté
Lydia Alfonsi è stata tra le prime persone che ho avuto il piacere d’intervistare per il libro Gian Maria Volonté. Un’attrice tra le più moderne della sua generazione. Dopo gli esordi teatrali il grande pubblico la scopre negli anni Sessanta attraverso alcuni sceneggiati di successo. In seguito il suo nome resterà legato ai classici interpretati in palcoscenico: Elettra, Fedra e Medea. Lydia è sorpresa dalla mia telefonata, stupita che qualcuno s’interessi ancora a lei. È l’attrice che più ha lavorato con Gian Maria Volonté, hanno condiviso il set di ben tre sceneggiati e quattro film.
Metti, una sera a cena con Volonté
Cinquant’anni fa andava in scena il grande rifiuto
Ottobre del 1968. Finite le vacanze in Sardegna, Gian Maria Volonté avrebbe dovuto cominciare le riprese di Metti, una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi. Tuttavia dopo una notte insonne restituì l’anticipo di due milioni e mezzo e rinunciò al film. La produzione bloccò le riprese e lo citò in giudizio per inadempienza contrattuale. A molti giornali non sembrò vero di poter mettere sulla graticola il compagno Volonté.
Volonté al Museo Nazionale del Cinema
Non tutti sanno che Gian Maria Volonté visse fino ai diciott’anni a Torino, e torinese si considerava. In questa stessa città mosse i primi passi d’attore sul palcoscenico del dopolavoro ferroviario di via Sacchi, qui nacque suo fratello Claudio e qui il 27 febbraio 1961 morì suo padre Mario. In tempi recenti questo legame è stato riallacciato grazie al Museo Nazionale del Cinema di Torino.