Cristo si è fermato a Eboli

Io e la mia famiglia abbiamo trascorso una giornata ad Aliano nel maggio del 2017 sulle tracce di Cristo si è fermato a Eboli. Al nostro arrivo ci sembrò che in paese non ci fosse nessuno all’infuori dei pochi turisti e di alcuni anziani seduti ai tavolini del bar. C’era silenzio, ed era quello che speravamo di trovare. Ero reduce dal traffico di Napoli, da neopatentato avevo sfidato il caos del lungomare e ne ero uscito vittorioso salvando la preziosa vernice dell’auto a noleggio.

 

Cristo si è fermato a Eboli
A spasso per Aliano con il cane Barone

La casa di Carlo Levi

Volevo scovare i luoghi cari al pittore e scrittore torinese. Tuttavia i miei riferimenti visivi non erano le pagine del libro ma il film Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi. Va ricordato che il regista allestì il set anche a Craco, un paese abbandonato, e Guardia Perticara, dove all’epoca delle riprese gli edifici storici erano ancora intatti e dunque più adatti agli esterni. Nei pressi di quella che era stata l’abitazione di Levi ci accolse un cane randagio che io ho subito ribattezzato Barone, in omaggio al barboncino bianco che strinse amicizia con Levi. Un pensiero fugace mi passò per la testa: lavora per l’ufficio del turismo? Forti della presenza di Barone siamo entrati nella casa di Levi. Ci sentivamo un po’ come se andassimo a trovare un parente. Ci siamo mossi tra le camere in punta di piedi ma essere torinesi ci conferiva una consapevole legittimità.  Dal terrazzo abbiamo goduto di una vista meravigliosa: oltre i calanchi, il mare. Il cielo era di un azzurro intenso. Il nord era lontano. Ho immaginato Gian Maria Volonté farsi sguardo, muoversi tra queste mura, trasformarsi, diventare Levi.

Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi

Cristo si è fermato a Eboli ebbe una lavorazione faticosa da marzo a luglio del 1978.  La troupe alloggiava negli alberghi di Matera e trascorreva due ore sulle strade lucane per raggiungere il set. Gian Maria come in altre occasioni preferì abitare nei luoghi delle riprese. Levi era morto tre anni prima, ma Volonté lo aveva conosciuto durante le lunghe giornate del Vicario nel 1965. Ne costruì un ritratto ideale, consultando i documenti della fondazione che ne porta il nome, leggendone i libri e ammirando i quadri dove aveva fermato il mondo contadino.
Racconta Volonté: «Il libro di Carlo Levi ha proprio agito in profondità, ha lasciato un grosso segno, e stando lì si sente anche maggiormente che è proprio la sintesi di un’esperienza molto profonda. […] Quello che a Rosi interessava, e anche a me, era la mediazione che questo personaggio poteva fare fra l’occhio di Franco, che era quello della macchina da presa, e il mondo contadino che pian piano si andava scoprendo: quindi un rapporto di mediazione continua». [1]Franca Faldini, Goffredo Fofi, Il cinema italiano d’oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, Mondadori, Milano 1984.

Due versioni

Le notizie provenienti da Roma interruppero l’isolamento del set. Le Brigate Rosse avevano sequestrato il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. Volonté aveva interpretato Moro due anni prima in Todo modo di Elio Petri, e nel 1986 lo farà di nuovo raccontandone la tragedia.
Cristo si è fermato a Eboli venne distribuito in due versioni: una cinematografica che fu proiettata a partire dal 23 febbraio 1979 e una televisiva (tre ore e quarantaquattro minuti), che fu messa in onda sulla Rete 2 dal 17 dicembre 1980 in quattro puntate, poche settimane dopo il sisma che aveva devastato una vasta aerea del sud, colpendo anche le località in cui si facevano le riprese. Il film è attualmente visibile su RaiPlay.

References

References
1 Franca Faldini, Goffredo Fofi, Il cinema italiano d’oggi 1970-1984 raccontato dai suoi protagonisti, Mondadori, Milano 1984.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Sandra

    bello Mirko questo tuo percorso sulle tracce di Levi Carlo, sembra di esserci con Voi ed il cane, Segno evidente della sua presenza simbolica !

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