Il Teatro di strada vive a Roma da tre anni. E’ nato come necessità di portare il teatro politico nelle strade e nelle piazze e in tutti quei luoghi dove è presente il conflitto tra capitale e lavoro. Sono stati fatti da tre anni a questa parte trentadue interventi. I più clamorosi: alla Stazione Termini, sul problema dell’Apollon, davanti alla Rinascente sul consumismo, nel 1968; a Trastevere sul problema degli sfratti, nel 1969; e davanti al Parlamento sull’invasione della Cambogia nel 1970. Più volte è intervenuta la polizia per bloccare l’azione teatrale.
Roberto Herlitzka ha lavorato con Gian Maria Volonté in due occasioni. Entrambe nel 1961 per la Compagnia degli Artisti Associati di Garrani – Salerno – Sbragia. La prima nello spettacolo Sacco e Vanzetti di Mino Roli e Luciano Vincenzoni, la seconda in Quarta era di Gian Domenico Giagni e Giancarlo Sbragia.
L’amicizia tra Albertino Bonvicini e Giuliano Ferrara a una prima lettura potrebbe apparire sorprendente ma incontrando Giuliano Ferrara nel suo ufficio sul Lungotevere romano è stato per me facile comprendere quanto il loro legame sia stato intenso e sincero. Albertino, ragazzo continuamente in fuga da un destino che pareva rincorrerlo, aveva incontrato una figura paterna e rassicurante.
Dopo aver rincorso Paolo Taviani per un paio di mesi fui sorpreso dalla sua telefonata mentre mi trovavo nel camerino di un grande magazzino. Decidemmo di risentirci nel pomeriggio, non prima di esserci fatti una grossa risata.
A fine autunno del 1964 Gian Maria Volonté tornò a condurre da regista il Teatro Scelta per rappresentare Il Vicario riadattato dall’amico Carlo Cecchi. L’editore Giangiacomo Feltrinelli, che aveva pubblicato l’opera in Italia, acconsentì alla trasposizione, consapevole che l’evento avrebbe fatto scalpore.
Com’è morto Gian Maria Volonté? Martedì 6 dicembre 1994 alle 11:40 una cameriera trovò il corpo di Volonté riverso a terra nella sua camera d’albergo. Gian Maria era arrivato a Mostar a fine novembre nel 1994 per lavorare al film Lo sguardo di Ulisse di Theo Angelopoulos. La città era dilaniata dalla guerra.
Un uomo da bruciare, film d’esordio di Paolo e Vittorio Taviani, e Valentino Orsini, fu proiettato la prima volta nell’agosto del 1962 alla 23ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Nella sezione informativa raccolse il favore della critica e ricevette una menzione della giuria per l’opera prima.
Il teatro di Gian Maria Volonté è un argomento poco dibattutto dalla critica. Nel volume Gian Maria Volonté pubblicato da Add editore si trova la più completa e dettagliata teatrografia di questo straordinario interprete, un punto di partenza per quanti volessero indagare la prima parte del suo percorso artistico.
Gian Maria Volonté scoprì la passione per la barca a vela nell’estate del 1968. Non tutti sanno infatti che oltre che un grandissimo attore fu anche un abile velista. Nella sua barca più amata Gian Maria fece incidere un verso di Paul Valéry: «Le vent se lève… il faut tenter de vivre».