Nel gennaio 1964 Gian Maria Volonté costituì una compagnia di teatro militante con Carlo Cecchi, Claudio Meldolesi, Carla Gravina e altri amici, molti dei quali provenienti dall’Accademia. Insieme presero parte a una serie d’incontri nell’appartamento dell’intellettuale Franco Prattico e di sua moglie, la pittrice e coreografa Elvira De Luca. Prattico, all’epoca scrittore e cronista a «l’Unità», contribuì dal punto di vista ideologico e letterario collaborando alla stesura di un manifesto chiamato Teatro Scelta.
Nei primi anni Settanta Gian Maria Volonté fu testimone e protagonista delle lotte dei lavoratori, della politica romana e del sindacato attori, con mezzi e modalità differenti, dietro una cinepresa, uno striscione o su un palco.
L’intervista a Luca Rastello è stata registrata nell’aprile 2008. Una parte è stata montata nel documentario “Fate la storia senza di me” distribuito nel 2011 da Add editore. Luca ricorda Albertino Bonvicini, il circolo Barabba e la vicenda del bar Angelo Azzurro.
Nell’autunno del 1950 Gian Maria Volonté è appena tornato da Marsiglia quando comincia a frequentare a Torino lo Studio Drammatico Internazionale I Nomadi, una scuola di teatro fondata da Edoardo Maltese. Ha diciassette anni. Non è dato sapere quando matura la scelta di salire sul palcoscenico né se questa decisione sia influenzata da un’amicizia o altre ragioni, tuttavia sappiamo che la recitazione non era il primo dei suoi obiettivi.
La mia grande passione segreta era la scrittura, ed ero convinto che per scrivere delle storie dovessi averle vissute in prima persona. Pensavo di scrivere anche per il teatro e mi ero progettato un certo tempo per conoscerlo: prima come attore, poi come regista e infine come autore.[1]Lauretta Colonnelli, Bella carriera è stata tutta una fuga, «Europeo», 13 agosto 1983
Il primo maestro di Volonté
Edoardo Maltese all’inizio della carriera
Edoardo Maltese fu dunque il primo maestro di Gian Maria Volonté. Ma chi era quest’artista oggi del tutto dimenticato?
L’intervista a Luca Rastello è stata registrata nell’aprile 2008. Una parte è stata montata nel documentario “Fate la storia senza di me” distribuito nel 2011 da Add editore. Rastello racconta la Torino del 1977, quella dei suoi sedici anni.