Edoardo Maltese, il primo maestro di Volonté

Nell’autunno del 1950 Gian Maria Volonté è appena tornato da Marsiglia quando comincia a frequentare a Torino lo Studio Drammatico Internazionale I Nomadi, una scuola di teatro fondata da Edoardo Maltese. Ha diciassette anni. Non è dato sapere quando matura la scelta di salire sul palcoscenico né se questa decisione sia influenzata da un’amicizia o altre ragioni, tuttavia sappiamo che la recitazione non era il primo dei suoi obiettivi.

La mia grande passione segreta era la scrittura, ed ero convinto che per scrivere delle storie dovessi averle vissute in prima persona. Pensavo di scrivere anche per il teatro e mi ero progettato un certo tempo per conoscerlo: prima come attore, poi come regista e infine come autore.[1]Lauretta Colonnelli, Bella carriera è stata tutta una fuga, «Europeo», 13 agosto 1983

Il primo maestro di Volonté

Edoardo Maltese
Edoardo Maltese all’inizio della carriera

Edoardo Maltese fu dunque il primo maestro di Gian Maria Volonté. Ma chi era quest’artista oggi del tutto dimenticato?

Nato nel 1912 a Napoli, diventa tenore nel coro della “Scarlatti” di Napoli e consegue il diploma di Fagotto al Conservatorio di Musica San Pietro a Majella nel 1936. L’anno successivo si trasferisce a Roma per frequentare il corso Attori dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica. Tra i suoi insegnanti figurano Silvio d’Amico, Tatiana Pavlova, Wanda Capodaglio e Mario Pelosini. Nel 1939 sposa la torinese Anna Bologna, sua compagna di corso e insieme iniziano l’attività artistica.

Dopo il diploma recitano nella Compagnia dell’Accademia con ruoli primari e nel 1941 nella ditta di Ernesto Sabbatini con Laura Adani e Filippo Scelzo. Nel 1944 entrambi entrano nella prima Compagnia di Prosa della RAI (Radio Audizioni Italiane) di Torino. Maltese non milita in alcun partito ma s’iscrive nel Sindacato Nazionale attori di Prosa dove si distingue nella commissione interna ottenendo dalla RAI il contratto a tempo indeterminato per gli attori della Compagnia.

Alcuni elementi biografici di Maltese ritorneranno nel percorso artistico di Volonté: l’attività teatrale con Filippo Scelzo (condirettore della compagnia di Alfredo De Sanctis), l’Accademia e l’impegno sindacale. Semplici casualità?

I Nomadi

Pubblicità della Scuola di recitazione di Edoardo Maltese

Nel 1947 Maltese fonda a Torino in via Campana 36 lo Studio Drammatico Internazionale I Nomadi. La scuola offre corsi di recitazione anche in lingua inglese e ha una collaborazione con il teatro Buckmaster di Londra. Il sogno di Maltese, che nel frattempo aveva riscosso un buon successo di pubblico recitando Sartre e Saroyan con la sua compagnia «I Nomadi» al teatro Carignano, era quello di creare un teatro stabile a Torino.

Nel 1951 lascia la RAI e investe la liquidazione per dirigere un nuovo teatro in via Sacchi 65. La sala di ottocento posti, ricostruita dalle Ferrovie dello Stato per il circolo dopolavoristico, era dotata di attrezzature sceniche moderne, e fu chiamata semplicemente «Il Teatro». Nonostante gli scarsi finanziamenti pubblici  Maltese sceglie di andare oltre i gusti del pubblico rappresentando anche opere meno popolari.

Maltese non era solo il regista degli spettacoli ma anche il primo attore, lo scenografo e il direttore artistico, Anna Bologna, era la prima attrice della compagnia, Enzo Tarascio, il primo attor giovane. Il 17 febbraio 1951 la compagnia esordì con la commedia Altitudine 3200 di Julien Luchaire.

«A dar vita ai giovani personaggi erano attori tutti giovani veramente; e portarono in palcoscenico una freschezza, un’ingenua e pur efficace espressività, che subito destarono le simpatie di ognuno […]».[2]F.B., Inaugurato il Teatro” con Altitudine 3200, «La Nuova Stampa», 18 febbraio 1951

L’esordio di Gian Maria Volonté

Edoardo Maltese e Anna Bologna in Antigone [3]Bona Alterocca, I «Nomadi»  vogliono fermarsi nella città dei «bûgianen», «Torino. Rivista mensile della città», 8 agosto 1951.

Ultima testimone degli esordi di Volonté è Anna Maltese Lawton, la figlia di Edoardo, che oggi vive negli Stati Uniti. La sera del 20 aprile 1951 quando Gian Maria Volonté esordisce da professionista nell’Antigone di Anouilh sul palcoscenico del Teatro c’è anche lei.

Era un ragazzo piuttosto appartato e taciturno, molto serio a differenza degli altri. Tutti mi trattavano da “collega”. C’era un grande spirito di cameratismo, ma Volonté rimaneva sempre un po’ al di fuori. Con me era gentile ma non socievole. Sulla scena lo ricordo in particolare nella parte della Guardia in Antigone, mi aveva colpita molto. Le sue superiori doti di attore erano già evidenti, anche in un dialogo piuttosto breve, perché mi commossi per il modo in cui la Guardia, ottusa e volgare, rimaneva insensibile all’ultimo disperato appello della piccola Antigone.

Sul palco di via Sacchi Gian Maria Volonté salirà almeno altre due volte, per La dea dell’infedeltà (Acidalia) di Niccodemi, e La sculacciata di De Letraz, due commedie brillanti.

Svanisce il sogno di Maltese

Il 22 luglio, dopo oltre centottanta rappresentazioni, la compagnia chiuse il primo anno di attività. Nonostante i buoni risultati, il sogno di Maltese di creare un teatro stabile naufragò. Una causa per mancati pagamenti intentata dall’attore Enzo Tarascio portò al sequestro degli arredi e dei beni rendendo impossibile una seconda stagione.

Archiviata anche l’esperienza della scuola, Maltese insegnerà Arte Scenica presso il Conservatorio di Musica  Giuseppe Verdi di Torino fino al 1956 quando si trasferirà  al Conservatorio di Musica Luigi Cherubini di Firenze. Nel 1955 gli viene offerto di entrare nella compagnia del nuovo Teatro Stabile di Torino ma rifiuta  pensando di meritare il titolo di direttore del teatro che fu invece affidato a Gianfranco De Bosio.

Nel 1963  morirà d’infarto a 51 anni durante una lezione. Oggi sono in pochissimi a ricordarlo.

[Mirko Capozzoli, Gian Maria Volonté, Add editore, Torino, 2018]

References

References
1 Lauretta Colonnelli, Bella carriera è stata tutta una fuga, «Europeo», 13 agosto 1983
2 F.B., Inaugurato il Teatro” con Altitudine 3200, «La Nuova Stampa», 18 febbraio 1951
3 Bona Alterocca, I «Nomadi»  vogliono fermarsi nella città dei «bûgianen», «Torino. Rivista mensile della città», 8 agosto 1951.

Questo articolo ha 3 commenti

  1. Silvana maltese

    Grazie per questo ricordo di mio zio Edo che non ho avuto modo di conoscere, ma le cui “gesta” da ragazzo erano “raccontate” da mia madre (che era la moglie di Carlo, fratello maggiore di Edo)

    1. Mirko

      Grazie Silvana. La storia della famiglia Maltese mi ha affascinato fin dall’inizio. Devo ringraziare tantissimo Anna Lawton Maltese per avermela fatta conoscere. Farò il possibile per ricordare Edoardo, un grande uomo di teatro.

  2. Mirko

    Grazie mille per aver lasciato questo commento.

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